PARKINSON

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Cos’è il Parkinson: 

E’ una malattia del sistema nervoso centrale caratterizzata da degenerazione di una popolazione di cellule nervose, situate in una zona profonda del cervello denominata sostanza nera. Queste cellule producono un neurotrasmettitore, cioè una sostanza chimica che trasmette messaggi a neuroni in altre zone del cervello. Il neurotrasmettitore in questione, chiamato dopamina, è responsabile dell’attivazione di un circuito che controlla il movimento. Con la riduzione di almeno il 50% dei neuroni dopaminergici viene a mancare un’adeguata stimolazione dei recettori, cioè delle stazioni di arrivo. Questi recettori sono situati in una zona del cervello chiamata striato. I neuroni dopaminergici della sostanza nera, sofferenti, osservati al microscopio, mostrano al loro interno corpuscoli sferici denominati corpi di Lewy composti prevalentemente da alfasinucleina, che sono considerati una caratteristica specifica della malattia di Parkinson e che fa rientrare questa malattia nel più ampio gruppo delle sinucleinopatie. Queste si differenziano a seconda delle zone interessate dai corpi di Lewy e possono variare da (continua nel sito A.I.P nazionale)

Fattori di rischio

Studi epidemiologici hanno mostrato che l’esposizione a fattori ambientali, quali pesticidi, prodotti caseari, metalli pesanti, pregresso uso di sostanze illecite, infezioni, si associa ad un aumento del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.

L’identificazione di mutazioni di geni che si associano allo sviluppo del morbo di Parkinson, con alta penetranza, ha mostrato che tale condizione può avere una sostanziale base genetica.

E’ probabile che i fattori genetici possano contribuire alla comparsa del disturbo incrementando il rischio di malattia.

Solo il 2% della malattia è su base genetica.

La prevalenza è di 150-200 casi su 100.000 abitanti.

L’incidenza è di 5-21 nuovi casi ogni anno su 100.000 abitanti.

L’esordio della malattia è possibile a tutte le età , anche se è raro contrarre la malattia prima dei 40 anni; tipicamente dopo i 50 anni è colpito l’1% della popolazione.

Non ci sono sostanziali differenze fra maschi e femmine: rapporto 1,5 / 1 %.

Cosa fare

Trattandosi di una gestione complessiva e spesso problematica della malattia, si raccomanda che il parkinsoniano sia seguito regolarmente da specialisti esperti dei Centri Neurologici dei principali Presidi Ospedalieri della Regione.

Da parte del paziente è importante stabilire fin dall’inizio una buona relazione con la malattia e con il Neurologo di riferimento.

Il Parkinsoniano deve sapere che può contare sui consigli e sull’esperienza del Medico e sull’appoggio di familiari ed amici.

Come si manifesta

1) Tremore a riposo è la prima manifestazione della malattia nel 70% dei casi, spesso da un solo lato ed a carico della mano.

2) Rigidità dovuta ad un aumento del tono muscolare a carico di più muscoli, compresi quelli del volto.

3) Lentezza dei movimenti che sono meno ampi e più impacciati; la marcia avviene a piccoli passi, col busto piegato in avanti talora con blocchi improvvisi.

4) Instabilità posturale, ossia difficoltà ad eseguire gli aggiustamenti posturali necessari a mantenere l’equilibrio.

5) Altri sintomi che precedono quelli motori, sono rappresentati da disturbi del sonno, ansia e depressione, crampi muscolari, stipsi, disturbi urinari e sessuali.

6) Demenza nel 30% dei casi.

Fasi

1) Tremore, Rigidità , Bradicinesia

2) Sintomatologia bilaterale

3) Difficoltà di equilibrio

4) Perdita di deambulazione e di autosufficienza

5) Allettamento e necessità di assistenza continua

Diagnosi

La diagnosi si può fare solo a malattia conclamata quando sono già compromesse il 50/60% delle cellule nervose cerebrali.

Ci si deve rivolgere ad un Neurologo o presso l’Unità di Neurologia dell’Ospedale.

Per confermare la diagnosi si utilizzano strumenti ed esami diagnostici quali la T.A.C., la RISONANZA MAGNETICA (R.S.M.) o la SPECT.

Trattamento

E’ possibile migliorare i sintomi motori con alcuni farmaci che però non sono in grado di contrastare la progressione della neuro degenerazione delle cellule ma, solo rallentare il decorso della malattia.

In caso di persone giovani si possono effettuare interventi di neuro-stimolazione che agiscono direttamente nelle cellule malate.

Questi interventi non sono per tutti i pazienti con malattia di Parkinson; per essere idonei sono necessarie determinate condizioni psico-fisiche.

Il morbo di Parkinson è curabile ?

Sì, è possibile migliorare i sintomi motori con alcuni farmaci che però non sono in grado di contrastare la progressione della neurodegenerazione delle cellule. Si devono incoraggiare l’attività motoria, l’esercizio fisico individuale o di gruppo e l’attività ricreativa per favorire l’indipendenza motoria e sociale della persona.

Trattandosi di una gestione complessiva e spesso problematica della malattia, si raccomanda che il Parkinsoniano sia seguito regolarmente da specialisti esperti dei centri neurologici dei principali presidi ospedalieri della nostra Regione.

Da parte del paziente è importante stabilire fin dall’inizio una buona relazione con la malattia e con il neurologo di riferimento.

Il Parkinsoniano deve sapere che può contare sui consigli e sull’esperienza del medico e sull’appoggio dei familiari ed amici.

Cosa può unire un’associazione laica di pazienti, familiari e volontari ?

Proprio per i suddetti motivi risulta molto importante l’opera svolta da un’associazione locale, come La Rete Magica, che riunisce pazienti, loro familiari e volontari, al fine di:

– fornire loro un supporto relazionale utile a migliorare le condizioni di vita del malato e di chi gli sta vicino;

– dare consigli pratici di gestione quotidiana;

– programmare azioni volte a contrastare la malattia e/o la perdita dell’indipendenza;

– sostenere psicologicamente i familiari;

– sensibilizzare e informare la popolazione sulle problematiche complessive della malattia;

– essere aggiornati sulle nuove conoscenze scientifiche.

La malattia di Parkinson non colpisce solo la persona che ne è affetta: è importante condividere i problemi, per permettere a ciascuno di comunicare le proprie emozioni e i propri bisogni. Questo farà sentire coloro che sono coinvolti dalla malattia più vicini gli uni agli altri.

LA RETE MAGICA con la collaborazione del dott. Walter Neri